Monte Campo da Corso sant’Antonio. Foto: Marco Di Branco
Ho avuto modo in altre occasioni, di affermare come le estati trascorse a Capracotta, rappresentassero per me, il massimo della libertà.
Vivendo a Roma, erano veramente poche le occasioni per poter uscire la sera: impensabile che ciò potesse avvenire senza essere accompagnati da una persona adulta.
A Capracotta invece, questo accadeva ogni estate: dopo cena ci era consentito arrivare a comprare il gelato o da Taccone (che all’epoca aveva il bar vicino alla villa), oppure da Bernardo Santilli (bar attaccato allo Sci Club), stare fuori poco tempo e rientrare tassativamente all’orario stabilito.
Con mio cugino Silvio (i nostri padri erano fratelli, ci dividono solo 11 mesi di età, lui è il più grande) partivamo per arrivare da Bernardo: era troppo ghiotta l’occasione di poterci “allungare” al Corso, affascinati dalla quantità impressionante di persone in giro la sera, compresi i coetanei del posto, molto più liberi di noi nel potersi muovere, coi quali ci si metteva d’accordo su cosa fare il giorno dopo.
Spesso e volentieri “sforavamo” l’orario di rientro, essendoci attardati con loro e non riuscivamo a capire come i nostri parenti, potessero essere venuti a conoscenza di certi particolari che ci venivano rinfacciati, oltre a cazziatoni vari e qualche scappellotto.
Oggi ogni angolo di strada ha in bella evidenza la sua telecamera che tutto cattura e riporta fedelmente, ma, pur in tutta la sua magnificenza, non regge il confronto con certe “telecamere umane”, molto più sofisticate.
Era un gruppo di spie ben amalgamato che comprendeva la vicina di casa, il compare, il negoziante, il cugino più grande, gli amici di papà, la comare, qualche zia seduta al fresco fuori casa e altri personaggi insospettabili: tutti monitoravano passo dopo passo il nostro percorso, senza che ce ne rendessimo conto e chi di dovere era già stato dettagliatamente informato in merito alle nostre scorribande, prima che tornassimo a casa.
Un perfetto servizio di intelligence, da far invidia a CIA e KGB messi insieme!
Paolo Trotta