Questa cartolina del “lago di Mincaccio”, dove sono raffigurati cinque signori su una barca, ha per me un significato particolare poiché fa parte del primo nucleo di quella che in futuro diventerà la mia collezione di cartoline su Capracotta.
Si tratta di un” poker” di quattro cartoline (le altre tre con paesaggio invernale) che scovai nell’autunno del lontano 1985 presso un rivenditore, durante la manifestazione “Italia Colleziona” svoltasi al Palazzo dei Congressi a Roma.
Negli anni ’80 si susseguivano manifestazioni del genere a ritmo continuo: questo evento riuniva i più disparati campi di collezionismo, dai classici francobolli/monete/cartoline a settori quali lamette da barba/sorpresine Kinder/miniassegni/mignon di liquori, ecc.
All’epoca ero impegnato in una ricerca filatelica imperniata sulla donazione del sangue e degli organi (alla fine ne sono usciti fuori otto classificatori pieni di francobolli, annulli manuali e meccanici, cartoline, affrancature meccaniche, buste primo giorno, ecc.): non avevo fino a quel momento mai pensato di cercare e mettere da parte cartoline su Capracotta.
Ero in dubbio se comprare o meno questa bella cartolina perché mi venne spontaneo pensare: “Ma quando mai si è vista una barca a Capracotta? Non è che prendo una bella sola?” (oggi diremmo un fake, un falso).
Nel dubbio la presi insieme alle altre: a casa mio padre mi avrebbe potuto ragguagliare sul lago e su tutto il resto: nel vederla mi rassicurò sul fatto che si trattava di un qualcosa di reale, anche se ormai non più esistente e si commosse perché aveva avuto modo già di vedere questa immagine in un’altra circostanza.
Fatto sta che sarà stata la commozione di mio padre, il poker di cartoline (mai più ho avuto la fortuna di trovarne quattro tutte insieme!), la novità della scoperta, una specie di predestinazione, da allora non ho più smesso di cercarle e se oggi sono arrivato a superare i trecento esemplari di cartoline una diversa dall’altre, lo devo proprio a quei signori seduti sulla barca, che non finirò mai di ringraziare.
La cartolina qui raffigurata ha il timbro postale del 1927, l’editore fu Sebastiano Sammarone, altri esemplari della stessa cartolina, mi è capitato di vederli proposti su Ebay e in varie manifestazioni nel corso degli anni.
Paolo Trotta