Pubblichiamo la ”Premessa” del volume “L’eccidio dei Fratelli Fiadino” di Eleonora Di Nucci che sarà presentato oggi pomeriggio nell’ambito delle celebrazioni dell’ottantesimo anniversario della distruzione di Capracotta durante la Seconda Guerra Mondiale. Si ringrazia l’autrice per la disponibilità.
Questo libro nasce con l’intento di raccontare e racchiudere in un unico luogo tutti i dettagli, le notizie e le testimonianze sull’eroica vicenda dei fratelli Fiadino di Capracotta durante l’autunno del 1943.
Un’occasione di riunione intorno alle figure di Alberto, Rodolfo e Gasperino, per la comunità capracottese e non solo, per noi oggi e per le generazioni prossime a venire.
Un punto dal quale ripartire, per continuare a tramandare e ricordare quanto è stato.
Per ricordare, sempre, che la libertà oggi ottenuta nasce dal sangue versato dai nostri avi, non poi così tanto tempo fa.
Per prendere esempio da tanta generosa, umana, altruista fratellanza, che divide il pane che non ha con quelli che chiama fratelli, perché altro non sono che esseri umani.
Un umile contributo per continuare ad alimentare la fiamma sacra del ricordo, unendoci e non separandoci.
Non so se in futuro avrò dei figli, ma, se dovesse accadere, vorrei che conoscessero la storia dei Fratelli Fiadino. Ma non solo loro, nel quale sangue scorrerà una percentuale di sangue capracottese, ma vorrei, soprattutto, che anche i loro compagni di scuola conoscessero questo fatto di storia e di vita vissuta.
La Seconda guerra mondiale si è combattuta anche in Molise. L’ironica retorica del “Molise non esiste” va corretta: il Molise esiste e ha pagato il suo tributo di sangue.
Troppo spesso dimenticato dai libri di storia, sembra che la guerra sia andata dallo sbarco alleato in Sicilia alla liberazione di Roma senza tappe intermedie, condannando all’oblio tante vite, dimenticando piccoli grandi gesti che hanno salvato vite sacrificandone altre.
La vicenda dei fratelli Fiadino viene etichettata come “Resistenza Passiva”, dove confluiscono tutti quei gesti di resistenza non armata e non organizzata.
Personalmente non mi piace questo incasellamento, per via del mero significato stesso del termine passivo.
I Fiadino hanno ragionato umanamente in maniera attiva, così come in maniera attiva hanno offerto cibo, protezione e aiuto.
Sono andati incontro al loro destino in maniera attiva. Hanno, nel loro piccolo, partecipato alla lotta di Liberazione, intesa come rivolta spirituale, non impugnando armi, ma armati di “spirito di pace”.
Verso loro vola il mio pensiero.
Eleonora Di Nucci