«Mettersi insieme è un inizio, rimanere insieme è un progresso, lavorare insieme è un successo». Con questo spirito, i cugini Alessio, Alberto, Gianmarco e Luca Pallotta hanno inaugurato ieri pomeriggio la società agricola “Schiapponi S.r.l” rilevando gli spazi della vecchia Cooperativa San Nicola in contrada Macchia a Capracotta.
Hanno completamente ristrutturato un capannone che sarà destinato all’allevamento di bovini da latte con animali di razza “bruna alpina”. I quattro giovani capracottesi hanno voluto intraprendere la sfida imprenditoriale nel segno del compianto zio Bruno, l’allevatore scomparso prematuramente il 18 novembre del 2019 dopo essere caduto in un burrone profondo 80 metri sul monte San Nicola nel tentativo di recuperare una delle sue mucche.
La denominazione dell’azienda richiama, infatti, il luogo del fatale incidente, gli “Schiapponi di San Nicola”, così come su uno dei palloncini a forma di cuore, presenti all’inaugurazione del locale, c’era una esplicita dedica allo «Zio Bruno». E, poi, spiega scherzosamente Alessio Pallotta: «Veniamo da professioni diverse e non sappiamo fare nulla: siamo delle schiappe anzi degli schiapponi!».
«L’inaugurazione della nuova azienda zootecnica rappresenta un bel segnale per la nostra comunità- ha detto il sindaco, Candido Paglione-. Giovani che, con tanta voglia di fare, scelgono di mettersi in gioco e scommettono sul loro futuro, decidendo di rimanere nel nostro territorio. È bello vedere una luce riaccendersi in un settore difficile quale quello dell’allevamento, con l’economia locale che riprende avvio dopo gli anni complicati segnati dal Covid. Grazie alla famiglia Pallotta e ai suoi ragazzi per essere un simbolo per la nostra comunità e per il messaggio di incoraggiamento che trasmettono a tutti noi».
Luca Pallotta, in un lungo post sul proprio profilo facebook, ha voluto dapprima ringraziare per la «atmosfera di gratitudine e positività» che li ha avvolti e ha spiegato le motivazioni della loro decisione:
«Vista da fuori potrebbe sembrare una scelta semplicistica e superficiale, come se fosse naturale e fisiologico continuare nel solco di chi ci ha preceduto, con la garanzia poi di avere alle spalle una famiglia di tutto rispetto. Ma quando si fanno investimenti importanti come questo, le variabili da considerare sono molte… a maggior ragione se stiamo parlando di quattro giovani, in un contesto come Capracotta e in un periodo storico come quello che stiamo vivendo dove non si fa altro che parlare di cibo sintetico, insetti e via discorrendo. Alla fine, ciò che deve prevalere è il coraggio di mettersi in gioco e crederci con tutto il cuore. Bisogna sposare e condividere la filosofia di chi prima di noi ha iniziato. In maniera molto semplice bisogna continuare a credere nel territorio, ebbene sì perché è grazie al territorio che negli anni si è riuscita a costruire una filiera che oggi nutre rispetto e credibilità sul mercato, lo stesso territorio che grazie al latte e ai caciocavalli mi ha permesso di studiare e diventare quello che sono oggi, volente o nolente. Ed io… anzi noi cerchiamo di ricompensarlo in questo modo, ovvero nel tentativo di continuare a dargli lustro negli anni a venire, speriamo bene! L’inaugurazione è stata solo simbolica, abbiamo semplicemente brindato con tutte le persone che hanno lavorato affinché ció che sembrava un sogno diventasse realtà, è stato un momento di intimità nel rispetto di chi purtroppo ieri non ha potuto brindare con noi ma sono sicuro che oggi ne è fiero più di chiunque altro».