Su questo nostro sito all’inizio dello scorso anno pubblicai, ben volentieri, tre articoli sulla fabbrica della SNIA VISCOSA: nata agli albori del fascismo, è stata una tra le più grandi operanti a Roma nella prima metà del Novecento.
Ciò che attrasse maggiormente la mia attenzione, fu il recupero dell’archivio del personale che qui aveva prestato la propria opera, archivio abbandonato dalla dirigenza all’indomani della cessazione delle attività nel 1954, custodito e riorganizzato da parte del centro sociale (più che mai qui oggi attivo) in collaborazione con gli abitanti del quartiere, circa trenta anni orsono.
Si tratta quasi certamente di uno dei pochissimi casi di “tutela popolare” di un archivio che si compone di circa 20.000 cartelle personali di operarie ed operai, documenti sanitari, planimetrie e documenti tecnici della struttura, unitamente ad altro materiale altrimenti destinato all’oblio se non al macero.
Mi ero quindi proposto di scoprire se in questa grande fabbrica di seta artificiale, avessero prestato la propria opera anche compaesani capracottesi e alla fine la tenacia venne ripagata riuscendone a trovare traccia: di questo episodio, rimando agli articoli precedenti.
Pur abitando da sempre nel quartiere Prenestino e pur essendo a conoscenza dell’esistenza della Snia, non avevo mai approfondito la storia di questa fabbrica: se il Prenestino si è potuto ingrandire e sviluppare nei suoi primi trenta anni di vita (la nascita ufficiale del quartiere risale al 1921), lo deve in buona parte anche alla presenza della Snia!
Il 5 settembre 2023, ricorrendo l’anniversario del primo secolo dall’apertura della fabbrica, un convegno di studi si è tenuto presso i locali che una volta ospitavano uno dei dormitori della Snia: nel giorno centenario ha preso il via una serie di iniziative che abbracceranno tutto un anno, per concludersi il prossimo 5 settembre.
Lo scorso novembre durante una manifestazione tenutasi negli stessi locali, sono state consegnate ai discendenti delle operaie e degli operai che qui prestarono la loro opera, le copie delle cartelle personali riguardanti ogni singolo parente.
Lo scorso 24 febbraio ha segnato l’inizio di un ciclo di quattro incontri, distribuiti in quattro sabati consecutivi: il primo e l’ultimo presso la Snia, quelli intermedi, presso l’Aula VI° della Facoltà di Lettere, all’Università La Sapienza, il corso, valido per due crediti formativi universitari, ha per titolo “FILI DI MEMORIA”.
Una carrellata di interventi che partendo dalla storia ormai secolare di uno stabilimento che produceva seta artificiale, racconta la nascita e crescita dei quartieri Prenestino e Pigneto, affronta le condizioni abitative e le paghe degli operai, con l’ausilio di fonti fotografiche, orali e scritte, inoltre si parlerà anche del “lago Bullicante”, una riserva naturale nata “dentro” l’ex fabbrica a seguito di un incredibile e controverso abuso edilizio, storia quest’ultima che cattura l’attenzione e che invito a scoprire sia sul suo sito specifico, sia su Facebook, oltre che sul link “Memorie della Viscosa”.
Altre iniziative si stanno delineando, in un “work in progress” affascinante e coinvolgente!
E chissà se scava, scava, non dovesse uscire fuori pure qualcos’altro su Capracotta!
Paolo Trotta
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