Il 13 giugno la Chiesa Cattolica celebra sant’Antonio di Padova. E’ uno dei santi più amati dalla comunità capracottese. Il nome “Antonio”, al maschile e al femminile, è attestato in numerosi documenti antichi della nostra cittadina. La “sua” chiesa, situata alla fine del Corso anch’esso dedicato al religioso portoghese, è citata già nell’Apprezzo del 1671 del perito Donato Cafaro.
Ma l’importanza del suo culto a Capracotta è fortemente legata alla transumanza, la principale attività economica dei capracottesi per secoli. Il 13 giugno, infatti, era considerato l’ultimo giorno utile per attendere il ritorno in paese dei pastori dalla Puglia.
Una celebre espressione popolare capracottese recita: “Chi pǝ’ Sand’Andognǝ nǝn è armǝnutǝ o zè muortǝ o zè perdutǝ o in galera zè n’è iutǝ”.
Insomma quel pastore che, per il 13 il giugno, non fosse rientrato a Capracotta dai pascoli delle Puglie o era morto o si era smarrito oppure era finito in carcere.
E chissà quanti pastori capracottesi avranno scelto il nome “Antonio” per i figli proprio per garantire loro un giorno la protezione del Santo nelle lontane terre del Tavoliere pugliese e farli ritornare sani e salvi dalle loro famiglie all’ombra di Monte Campo entro il fatidico 13 giugno, giorno di venerazione del Francescano.
A ogni modo, tanti auguri a tutti/e gli Antonio, Antonello, Antonia, Antonietta, Antonella, ecc.