Luna su Monte Campo dalla Chiesa Madre di Capracotta. Foto: Francesco Di Rienzo (particolare)
Questa volta, leggendo i raccontini che Aldo Trotta ci propone, sempre interessanti e appropriati, su “Un discorso semiserio sulla luna” mi sono soffermato su due punti:
- secondo la tradizione, infatti, se il concepimento avviene con luna calante è probabile che la data del parto sarà più avanti rispetto alla data presunta del parto; se il concepimento, invece, è avvenuto con la luna crescente o piena, è più facile che si partorisca prima. Ancor più sorprendenti sono le credenze secondo cui la luna, in particolare quella piena, aumenterebbe le probabilità di travaglio ma non ci sono prove scientifiche che lo dimostrino realmente; secondo una delle ipotesi più accreditate.
- “vedere la luna nel pozzo”. Il nostro satellite naturale, la Luna, è facilmente osservabile, proprio come il Sole. Il suo continuo cambiamento, l’alternanza di luce e ombra sulla sua superficie, hanno da sempre stimolato l’immaginazione dell’umanità fin dai tempi antichi. Nel corso del tempo, sono state tramandate leggende e storie che cercavano di collegare gli eventi terrestri al ciclo delle fasi lunari.
Insomma, la Luna ha da sempre affascinato l’umanità intera, sia per il suo ruolo di “regina” della notte che come punto di riferimento nelle ore buie. Nell’era moderna, è stata la base per la creazione dei calendari e, nonostante la posizione scientifica, la credenza popolare ha sempre cercato significati e influenze nel suo costante mutare.
Proprio da qui è nato un mondo di miti e leggende sulla Luna, con sorprendenti somiglianze tra diverse culture.
Nell’antica Grecia, ad esempio, la Luna piena era considerata una divinità a sé stante, Selene, spesso raffigurata su un carro d’argento. I Greci credevano che la sua influenza avesse un effetto sulla crescita delle colture, proprio come molti contadini di oggi. Probabilmente è da questo mito greco che deriva la teoria che è giunta fino a noi, secondo cui la fase di Luna piena favorisce l’agricoltura. Sono moltissimi, infatti, i consigli dei contadini più anziani sul momento giusto in cui innestare una pianta in base al giorno del mese.
I miti e le leggende sono dunque tantissimi, e sono stati tramandati nel corso dei secoli alimentando anche credenze completamente errate riguardo alla potenza di questo corpo celeste.
Dal punto di vista fisico, ci sono solo due modi in cui la Luna può interagire con la Terra: attraverso la forza di gravità e tramite la luce solare che essa riflette.
Dopo la scoperta della forza della gravità da parte di Newton si aggiunse una nuova credenza “come la luna piena fa innalzare la marea, allo stesso modo il liquido amniotico (costituito in buona parte da acqua), secondo le leggi della fisica, verrebbe attirato verso l’esterno e farebbe rompere il sacco”.
Se questo fosse vero (luna piena) lo stesso si dovrebbe verificare anche di giorno dall’altra parte della terra (vedere il disegno).
Ma qualcuno ha mai visto una marea, anche se minima, in una bagnarola piena di acqua?
Infatti, non è vero che durante le notti di Luna piena nascono più bambini o che il parto è influenzato dalla Luna, così come non è vero che aumenti l’aggressività. Queste sono tutte leggende urbane che ancora oggi vengono perpetuate, ma che in realtà non hanno alcun fondamento scientifico.
Altro motivo invece è “vedere la luna nel pozzo”.
Tutti sanno che cosa significa l’espressione “far vedere la luna nel pozzo” cioè “ingannare dando promesse illusorie”, “solo un ingenuo crede a chi lo attira con allettanti false promesse”.
La prima espressione che ho trovato fa riferimento ad una vecchia storiella del seicento dello scrittore francese Jean de La Fontaine “il lupo e la volpe” che, molto probabilmente, l’autore riprende dalle favole di Esopo.
Non contento, ho cercato e ricercato fino a quando ho trovato una favola araba che potrebbe spiegare il detto:
“Una sera una donna andò ad abbeverare l’asino al pozzo, col marito.
La luna si specchiava nell’acqua.
Ad un tratto una nuvola copri la luna che sparìdi colpo.
La moglie disse al marito, tutta stupita: “Guarda, l’asino s’è bevuta la luna”.
Allora il marito cominciò a picchiare la povera bestia gridando: “Su, svelto, vomita la luna che ti sei bevuta”.
Intanto la nuvola che copriva la luna se ne andò e questa tornò a specchiarsi nell’acqua.
Da questa favoletta ho concluso, ripetendo il ragionamento fatto da Eratostene, che il marito, con la moglie, si dovevano trovare a Syene, una città dell’Antico Egitto (l’odierna Assuan), dove esisteva un pozzo il cui interno era completamente illuminato da Sole durante il solstizio d’estate, il 21 giugno, a mezzogiorno o a mezzanotte illuminata dalla luna.
Naturalmente in Europa non ci sarà mai un punto in cui raggi del sole o della luna saranno perfettamente perpendicolari al pozzo cioè in modo di “Far vedere la luna nel pozzo”.
P.S. Eratostene di Cirene, matematico e astronomo greco (280-195 a.C. circa), riuscì a dimostrare la sfericità del nostro pianeta e a calcolare il diametro della Terra, ovvero la lunghezza della circonferenza della Terra.
L’angolo tra Syene e Alessandria corrispondeva a circa 1/50 dell’angolo giro (360°); la distanza Syene-Alessandria era dunque 1/50 della circonferenza terrestre che, pertanto, doveva essere:
785 km x 50 = 39 250 km
Eratostene ottenne una misura molto vicina a quella reale. Oggi noi sappiamo che la misura della circonferenza equatoriale è di circa 40 075 km.
Il modestissimo errore che si riscontra, inoltre, non è da attribuire a Eratostene. Egli infatti non misurò la distanza Syene-Alessandria, ma si fidò della misurazione ufficiale effettuata dai geometri dell’epoca. Questa misura, comprensibilmente per i mezzi di allora, era leggermente imprecisa e falsò, anche se di poco, il risultato dei rigorosi calcoli scientifici di Eratostene.
Costantino Giuliano
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