Piazza Falconi negli anni Cinquanta con lo stemma della Democrazia Cristiana. Archivio: Franco Valente
Nel secondo dopoguerra, anni ’60, si preparavano le liste per le elezioni comunali; uomo di riferimento della D.C. (Democrazia Cristiana) e candidato sindaco era Vittorino Conti, figlio del Farmacista Don Alfredo, scomparso nel 1959.
Uno degli aspiranti, giudicato però non adatto al ruolo per lo scarso seguito di cui godeva, era Mәchèlә dә Giòrgéttә (Michele Ianiro) il quale però insisteva, senza esito, per entrare nella rosa dei candidati.
Escogitò perciò in extremis un ultimo tentativo; il giorno prima della presentazione della lista si recò nella farmacia Conti e rivolto a Vittorino disse:
«Iénnòttә m’haiә sunnatә dun Alfrédә e m’ha dittә ca sә mi mittә a la liscta, vәngèmә sәcuramèndә» (Questa notte ho sognato don Alfredo il quale mi ha detto che se mi inserisci tra i candidati vinciamo di sicuro).
Di rimando Vittorino: «A chә ora tә rә sié sunnatә?» (A che ora lo hai sognato?).
«Vérse lә tré» (Saranno state le tre).
«Sctranә pәcché mandumanә, vérsә le sié, me r’haiә sunnatә purә ì. M’ha dittә: nә mәttétә Michelә a la liscta pәcché pәrdétә sәcuramènte» Strano perché questa mattina, verso le sei, l’ho sognato anch’io. Mi ha detto: Non includete nella lista Michele perché perdete di sicuro).
Di fronte a un tale argomento Michele fu costretto a rassegnarsi.
Vincenzino Di Nardo – Salvatore Santilli
Fonte: D. Di Nucci, E mó vè maiiә auannә! Pillole di saggezza popolare capracottese, Amici di Capracotta, PressUp, Nepi (Vt), 2020