“Bosco” di Ugo D’Onofrio

Foliage a Santa Lucia. Foto: Salvo Battista (2023)

Bosco

Librar di farfalla in volo lieve,

odorar di muschi vestiti di rugiada,

silenzi maestosi rincorrentisi

per gole profonde e inaccessibili,

scalpitar di zoccoli solitari tra

sentieri felpati dagli aghi degli abeti;

tintinnar di lontani campanacci,

motoseghe che si danno

dappresso appuntamento

per segnare la fine di querce secolari;

respiri affannosi, fendenti le

pregne nebbie umide d’autunno,

piogge sottili che compongono,

come bellissime filande,

ragnatele sugli alberi e sui prati;

ingordi cercatori che affondano

avidi coltelli nella terra

per recidere frutti appena nati;

paure improvvise che insorgono

nel buio di dense prigioni improvvisate

da erbe robuste e ceppi inestricabili;

vipere insidiose, striscianti

mute tra le foglie, in agguato

del piede maldestro

che voglia calpestarle;

linfe sorgive da fonti nascoste

che saltano per valle attraverso

itinerari sconosciuti e misteriosi,

appena percepibili,

ma fresche e trasparenti,

ove anche il cinghiale feroce

ristora le sue brame.

Sibilar di pallottole aggressive,

come nota stonata in quella musica,

cattivo s’inserisce

per rompere l’incanto.

Ugo D’Onofrio