I protagonisti che si sono operati per la realizzazione a loro spese di questa prima scultura sono Ermanno D’Andrea e il sacerdote Don Michele Di Lorenzo (Ciccariell), originari di Capracotta. Sulla strada provinciale che sale a Prato Gentile nella ex cava di pietra, nel cosiddetto “Viale delle sculture in pietra” alle pendici di Monte Campo, si può ammirare la scultura raffigurante la cristianità del Medio Evo. Posta sopra un altarino riproduce una croce celestiniana che schiaccia una testa di serpente. Alle origini del Cristianesimo, il crocefisso non veniva rappresentato con il Cristo inchiodato alla croce, bensì con un serpente, simbolo della vita per eccellenza e della vittoria del bene sul male.
L’altro soggetto scolpito è l’acquasantiera che raccoglie l’acqua piovana da piccoli canali incisi permettendole di traboccare fino alla bocca della cerva, con aria incuriosita il suo cerbiatto l’osserva.
Questa scena riproduce uno dei Salmi della Sacra Bibbia: “Come la cerva anela ai corsi d’acqua, così l’anima mia anela a te o Dio”. Segue, scolpita, la rappresentazione di un corvo con il pane in bocca che, secondo la simbologia benedettina, portava il pane agli eremiti. Nel Cristianesimo il pane è simbolo di nutrimento spirituale, nella Genesi, Noè inviò un corvo dall’arca per cercare la terraferma e pare che il profeta Elia fosse stato nutrito dai corvi (1 Re 17,2-6): questo predispose i cristiani a considerare l’uccello con favore, anche se S. Ambrogio lo definì empio per non aver fatto ritorno all’arca.
Scultura di Antonio Di Campli, un omaggio di Capracotta a Pietro Angelerio, noto alla storia come Papa Celestino V, nato tra il 1209 e il 1215 in Molise, probabilmente a Isernia o a Sant’Angelo Limosano.
Orestina Di Rienzo
M. Di Rienzo, Il Diario di Capracotta Luglio 2004-Giugno 2005, Cicchetti Industrie Grafiche, Isernia, 2005