Un “leone” e…la luna della neve

Non so davvero spiegarmi la ragione per cui, negli ultimi anni, io mi sia tanto appassionato alla conoscenza del firmamento e dei fenomeni celesti arrivando persino, in diverse occasioni, a tentare di descriverne l’emozione: per esempio in un racconto intitolato “La Luna e la Neve, due simboli di Pace” e in altri su tematiche analoghe; tutto ciò è stato forse favorito da uno dei pochissimi vantaggi dell’età avanzata, quello di poter dedicare tanto tempo alla riflessione e alla contemplazione.

In questi giorni, perciò, la mia attenzione è stata particolarmente attirata da diversi articoli giornalistici e da alcune trasmissioni televisive che si sono occupate della cosiddetta “Luna della Neve”; ignoravo del tutto, tra l’altro, che quasi ogni Plenilunio possiede uno specifico appellativo, sebbene spesso diverso nel mondo, a seconda delle aree geografiche. Nel mese in corso la Luna, che ha raggiunto la sua fase pienail 12 u.s., è conosciuta anche come “Luna del Ghiaccio” a sottolineare le abbondanti nevicate che generalmente si verificano in questo periodo nel nostro emisfero; e questo plenilunio, sempre avvolto da un particolare alone di mistero, ha ispirato nel corso dei secoli una quantità enorme di leggende e di interpretazioni simboliche. Conosciuta in diverse culture con altri suggestivi nomi, la luna piena segna un momento di transizione e di rinnovamento, riflettendo le profonde radici che legano l’umanità ai cicli naturali; quello che osserviamo ora è comunque solo uno dei tanti spettacoli astronomici che ci attendono da qui alla fine del mese perché il 25 febbraio è prevista una spettacolare congiunzione astrale tra Mercurio, Venere e Saturno, mentre venerdì 28 sarà il giorno del “grande allineamento planetario”, con ben sette pianeti contemporaneamente visibili sulla volta celeste; fino alla fine del mese, inoltre, con un piccolo telescopio potrà essere ammirata anche la cometa C/2022 E2 Altas nella costellazione di Cassiopea.

A incuriosirmi maggiormente ha contribuito la notizia che il 12 febbraio la Luna è rimasta visibile nella costellazione del Leone e ricordo che questo segno zodiacale si colloca al quinto posto nello zodiaco perché il sole transita in questa galassia fra il 23 luglio e il 22 agosto. Ma che cos’è lo Zodiaco?

   «Lo zodiaco in astrologia, è una fascia della volta celeste che si estende per circa 9° da entrambi i lati dell’eclittica (il percorso apparente del Sole nel suo moto annuo) e comprende anche i percorsi teorici della Luna e dei pianeti; il termine deriva dal greco ζῳδιακός (zōdiakòs),un aggettivo che proviene dal diminutivo di ζῷον (zōon, animale), cioè da ζῴδιον (zōdion), che vuol dire “animaletto”, ma più che altro “effigie”, “figura” o “icona” di animale.  In definitiva il termine significa “cerchio di figure celesti” perché, a causa del moto di rivoluzione della Terra, il Sole sembra percorrere un cerchio quasi interamente composto da figure di animali, reali o mitici (Wikipedia)».

Tornando ora al Plenilunio di questo mese, di cui ho cercato molte informazioni, mi sono imbattuto in una suggestiva, attuale rappresentazione grafica della volta celeste con la Luna, per così dire, accanto alle 7 stelle che formano la costellazione del Leone di cui la più luminosa è “Regolo”; ora non sono certo una persona che crede all’influsso degli astri e tanto meno, come dicevo, un conoscitore o un appassionato di astrologia, ma è innegabile il loro grandissimo fascino. Mi hanno fatto molto sorridere, comunque, alcuni dei caratteri tradizionalmente attribuiti alle persone nate sotto il segno del Leone perché, secondo alcuni, essi avrebbero:

   “una forte inclinazione al potere, una volontà di ferro e sarebbero molto gentili e cordiali. Questi aspetti li rendono molto accattivantiin ogni occasione. Si mostrano affidabili e sempre presenti, dando tanta sicurezza a chiunque entri in contatto con loro. Sanno affrontare sacrifici per ottenere ciò che vogliono, sono ambizioni ma molto leali, mettono entusiasmo e passione in tutto ciò che fanno…”.

Considerando inoltre che sono nato il 3 agosto, in piena estate, pareva scontato che io fossi destinato ad amare il clima caldo di questa stagione; al contrario, da buon montanaro e come tutti sanno, mi spaventa moltissimo il calore del sole e purtroppo, quasi una punizione, sono stato costretto a trasferire la mia residenza a livello del mare. Perciò ho nuovamente ricordato con molto rimpianto le tante occasioni in cui da bambino e da ragazzo insieme ai più cari amici, insensibile al freddo pungente di Capracotta, sfruttavo la luce della luna piena per sciare fino a tarda sera o, addirittura, fino a notte; perciò, riflettendo a lungo e di nuovo mi sono convinto che davvero il mio profilo è incompatibile con quello di una persona nata sotto il segno del Leone. D’altro canto, ed è  comprensibile, non posso certo modificare i miei dati anagrafici ma, in fondo, non ho mai accettato che il mio “segno zodiacale” fosse…di “fuoco”: finché, proprio in questi giorni, ho appreso che esso cambia a seconda della tradizione astrologica; in occidente, infatti, si intende quello in cui si trova il Sole al momento della nascita, mentre in India è la Luna che lo contraddistingue; così, travisando ogni regola astrologica, mi seduce l’idea di appartenere alla tradizione indiana  per cui il segno zodiacale del “leone” non è contrassegnato dal Sole, ma dalla Luna, anzi dalla “Luna della Neve”. Così, sia pure imperdonabilmente, è come se avessi preteso di introdurne un nuovo, improbabile… “segno della Neve”; e non mi pare, in fondo, di apparire così trasgressivo dal momento che esistono i segni d’acqua rappresentati appunto, come è noto, da Cancro, Pesci e Scorpione.

A conclusione ora dei miei pensieri, posso solo dire che è stato emozionante osservare la Luna piena di febbraio, pur non riuscendo a distinguere le stelle che idealmente compongono la costellazione del Leone né, tanto meno, a ricostruire il profilo immaginario di questo animale; ma ancora una volta, come in altre occasioni, mi sono lasciato incantare dalla volta celeste. Ho ricordato, infatti, i versi del poeta Vivian Lamarque nella poesia “Alla Luna”:

Oh, essere anche noi la luna di qualcuno!
Noi che guardiamo
essere guardati, luccicare
e sembrare da lontano
la candida luna
che non siamo”

che, a mio modesto parere, non hanno bisogno di alcun commento.

Aldo Trotta