Capracotta, corso Sant’Antonio. Foto: Franco Cappellari (2018)
Negli ultimi giorni, ho riscontrato sul web una certa incertezza riguardo al Comune più elevato degli Appennini. Diversi siti riportano informazioni contrastanti indicando alternativamente Rocca di Cambio e Capracotta come il Comune con la maggiore altitudine della catena montuosa degli Appennini. L’analisi dei dati altimetrici ufficiali chiarisce rapidamente la questione: Rocca di Cambio, situato in provincia dell’Aquila, detiene il primato con un’altitudine di 1.434 metri sul livello del mare (m s.l.m.), mentre Capracotta, in provincia di Isernia, segue immediatamente con una quota di 1.421 m s.l.m.
A livello nazionale, entrambi i Comuni risultano distanziati dai primi posti della classifica dei Comuni più “alti” d’Italia, dominata comprensibilmente da centri alpini. Il Comune più elevato del Paese è Sestriere, in provincia di Torino, con i suoi 2.035 m s.l.m., seguito da Chamois (Aosta) e Livigno (Sondrio), entrambi a 1.816 m s.l.m., e Claviere (Torino) con un’altitudine di 1.760 m s.l.m. Nel ranking nazionale, Rocca di Cambio si posiziona soltanto al 37° posto, mentre Capracotta al 41°.
Panorama invernale di Rocca di Cambio. Foto: Matteo Franceschi
Storicamente, tuttavia, Capracotta ha effettivamente detenuto il titolo di “Comune più alto” pur se per un periodo piuttosto limitato. Questo avvenne nel corso del XIX secolo, durante il Regno delle Due Sicilie. Nel 1814, a seguito delle riforme amministrative introdotte nel cosiddetto Decennio Francese, Rocca di Cambio perse il suo status di Comune autonomo e divenne una frazione di Rocca di Mezzo, situato a 1.329 m s.l.m. Questo evento fece di Capracotta, con i suoi 1.421 m s.l.m., il Comune più alto dello Stato borbonico. Tuttavia, nel 1849, Rocca di Cambio riottenne l’autonomia amministrativa e riconquistò il primato altimetrico.
Nonostante la differenza in termini di altitudine, Rocca di Cambio e Capracotta condividono numerosi elementi comuni. Entrambi sono borghi di origine medievale e si distinguono per la forte tradizione agro-pastorale oltre che per l’importanza dello sci come disciplina sportiva. A Capracotta, gli impianti sciistici si trovano sul pianoro di Prato Gentile, mentre a Rocca di Cambio si sviluppano nell’area di Campo Felice, una delle stazioni sciistiche più rinomate dell’Italia centrale.
E, soprattutto, fu proprio il roccacagnese Carlo Pietropaoli, nato a Rocca di Cambio nel 1857 e vescovo di Trivento dal 1897 al 1913, a benedire, il 16 settembre 1900, la prima croce (in legno d’abete) eretta su Monte Campo, alla presenza di oltre duemila capracottesi.
Francesco Di Rienzo