Dalla fontana di piazza Falconi, realizzata dai nati della classe 1946 in sostituzione della torre medievale, alla statua di Emanuele Gianturco nel quartiere di san Giovanni, innalzata nel 1912 per ricordare l’importante vittoria giudiziaria dell’avvocato lucano sull’uso civico dei boschi in favore degli abitanti di Capracotta. Nel mezzo, tanta storia e tanti monumenti della nostra cittadina poco conosciuti al grande pubblico: l’origine e lo sviluppo dei soprannomi e cognomi capracottesi, gli effetti disastrosi in paese della grande peste del 1656, il portale della vecchia chiesa rinascimentale all’interno della Chiesa Madre e l’antico punto di ristoro dei viandanti di cui rimane una pallida traccia in via Arco. Si è svolta anche quest’anno, per la quarta volta in altrettanti anni, la manifestazione “Suggestioni d’antico”, la passeggiata serale alla riscoperta del passato della nostra amata cittadina. L’iniziativa è stata organizzata dall’Associazione “Amici di Capracotta” lo scorso 17 agosto all’interno del cartellone dell’estate capracottese 2013.
«L’edizione di quest’anno ha un’importanza particolare- ha affermato Francesco Di Rienzo, segretario dell’Associazione e ideatore dell’evento-. Quattro anni fa, organizzai una passeggiata per i vicoli del centro storico nella speranza che altri cultori del passato della nostra cittadina potessero seguire il mio esempio e condividere i loro studi. Oggi, non solo questo obiettivo è stato pienamente raggiunto ma, addirittura, è nata un’associazione, gli Amici di Capracotta, che punta proprio a recuperare e rilanciare la storia e le tradizioni di Capracotta».
La serata è stata allietata dagli interventi musicali degli amici dell’associazione Ritmolandia di Padova, protagonisti dell’animazione estiva in villa comunale. La passeggiata ha avuto inizio presso la sede della Pro Loco di Capracotta in piazza Falconi. Il folto gruppo di partecipanti si è poi spostato presso la vicina fontana. Ad attenderli, l’architetto Totore Santilli, vicepresidente dell’Associazione “Amici di Capracotta” e autore del manufatto, che ha raccontato ai presenti le idee e gli spunti seguiti nella realizzazione dell’opera. Nella Terra Vecchia, all’incrocio tra via Carfagna e via san Sebastiano, Aldo Trotta, già primario di medicina interna presso gli ospedali di Tagliacozzo e dell’Aquila e membro del Consiglio direttivo del sodalizio culturale, ha parlato degli effetti della terribile peste che nel 1656 colpì tutto il Mezzogiorno d’Italia soffermandosi in particolare su Capracotta.
Successivamente, nello stesso posto, l’ingegnere Filippo Di Tella, revisore dei conti degli Amici di Capracotta, ha intrattenuto la platea con un argomento apparentemente più frivolo: i soprannomi antichi e moderni di Capracotta come tradizione culturale e, soprattutto, strumento di identificazione di individui e famiglie nella nostra comunità. Altra tappa: la chiesa Madre. E, in particolare, il portale della vecchia chiesa rinascimentale. Grazie alla disponibilità del parroco don Elio, è stato possibile ammirare dal vivo l’antico ingresso all’edificio sacro sopravvissuto al tempo e all’azione degli uomini. L’architetto Santilli ha spiegato ai visitatori la scoperta casuale del portale e l’interpretazione di un bassorilievo ancora presente nella parte inferiore dello stipite destro recante un tralcio di vite.
Il gruppo è poi uscito dalla Chiesa Madre e, scendendo attraverso le scalinate esterne, ha raggiunto via Arco. Lì Domenico Di Nucci, presidente dell’Associazione Amici di Capracotta, ha illustrato il significato di una misteriosa lapide in marmo posizionata sul muro esterno di un edificio a pochi metri di altezza: ricorda l’esistenza di uno xenodochio, cioè un antico luogo di ristoro per viandanti.
La lunga visita si è conclusa in piazza Emanuele Gianturco nei pressi del monumento eretto in onore di quest’ultimo nel 1912 dai nostri antenati per ricordare la sua grande vittoria giudiziaria ottenuta in Corte di Cassazione a tutela del diritto degli abitanti di Capracotta di poter tagliare gli alberi nei boschi circostanti. Anche qui, un relatore d’eccellenza: il professor Luigino Conti. Oggetto del suo intervento: Emanuele Gianturco. Luigino Conti ha ricordato i grandi meriti umani e professionali dell’uomo di legge originario di Avigliano ma ha anche tracciato mirabilmente il contesto sociale e politico di Capracotta e dell’Alto Molise agli inizi del secolo scorso davanti a un pubblico attento e numeroso nonostante l’ora oramai tarda e la frescura notturna. Alla fine, gli amici di Ritmolandia hanno salutato tutti i presenti con musiche allegre e coinvolgenti tra gli applausi generali.