Quando, solo alcuni giorni fa’, sono stato informato della tua malattia, Domenico e, purtroppo, anche della sua gravità, una dolorosa “fitta” mi ha attraversato dalla testa ai piedi; mi sono tornate in mente, infatti, le parole testuali di un messaggio che mi avevi inviato alla fine dello scorso mese di novembre: “ qui ad Agnone sono decedute alcune persone tra cui un tuo collega di 64 anni; in questo momento ci sono diversi agnonesi positivi e sembra che un paio se la passino davvero male: speriamo bene anche se, in famiglia, usciamo solo per necessità”.
Col senno di poi, sembrava già che si facesse strada un triste presentimento ed infatti, intuendo al telefono la tua preoccupazione, avevo cercato di tranquillizzarti un po’: anche dal punto di vista professionale.
Ora, come è superfluo ripetere, ci mancherai moltissimo ed a me piace ricordare il mio, pur piccolo percorso comune tra gli “Amici di Capracotta”: una singolare associazione su cui pochi avrebbero forse scommesso inizialmente, ma che è diventata, grazie soprattutto a te, un vero ed insostituibile punto di riferimento; ti confesso, tuttavia, che rimasi molto perplesso e quasi incredulo quando proponesti di accogliermi nel piccolo gruppo “pilota” di soci fondatori ormai diversi anni or sono; ci eravamo inevitabilmente persi di vista per tanto tempo, sia pure incontrandoci talora fugacemente in qualche occasione.
Il mio grande rammarico è solo di aver potuto condividere davvero in maniera assai limitata il tuo percorso, riuscendo comunque a recuperare, grazie a te, tantissimi preziosi momenti di serenità: nonostante il disagio sofferto in ambito familiare, specie negli ultimi anni, cui si sono poi aggiunte le gravi limitazioni del periodo di isolamento che stiamo tuttora attraversando.
Ad esempio, non avrei mai immaginato di riappropriarmi così piacevolmente, sempre grazie a te e a diversi altri amici, del nostro linguaggio dialettale con le sue, talora “buffe” espressioni idiomatiche: ed a maggior ragione perché, da bambino, tra il dialetto capracottese di mio padre e quello emiliano di mia madre, che pure comprendevo benissimo ero costretto ad utilizzare sempre e solo l’italiano nel linguaggio parlato.
In ogni caso, ogni iniziativa degli “Amici di Capracotta”, specie quelle cui riuscivo a partecipare in qualche modo, mi forniva una prova ulteriore della tua grande passione, Domenico, per la storia della nostra dignitosa gente: talora, purtroppo, contrassegnata da eventi drammatici come la pandemia di peste in anni remoti oppure l’ultima guerra mondiale, di cui siamo stati testimoni inconsapevoli all’inizio della nostra vita.
Ammiravo moltissimo, inoltre, la tua instancabile ed appassionata ricerca di antichi documenti inediti ed in particolare, per ciò che mi riguarda, quelli inerenti alla toponomastica dei nostri monti e del nostro territorio altomolisano: ma…non mi basterebbero poche righe per riassumere l’immenso lavoro che hai svolto, con i testi da te pubblicati a beneficio di tutti noi, unitamente a coloro, ormai in tanti, che hai saputo coinvolgere nel tuo esempio.
Mi sembra ancora opportuno sottolineare un altro pregevolissimo tassello della tua opera; ricordavo infatti, in tema di rapporti socio-culturali, alcuni spunti di tradizionale e talora enfatizzato antagonismo “di campanile” tra Capracotta e Agnone: nella maggior parte dei casi forse, più in chiave scherzosa che di reale animosità; ed è superfluo citare la grande solidarietà umana dimostrata dagli agnonesi nel soccorso e nell’ospitalità alla nostra popolazione dopo la distruzione di Capracotta nel 1943 o, per venire ai nostri giorni, la tua sincera testimonianza di affettuoso rispetto e di riconoscenza per Agnone, paese in cui hai vissuto e lavorato a lungo.
Sono convinto che anche e soprattutto tu Domenico, riscoprendone le comuni radici storiche e culturali, abbia contribuito moltissimo a consolidare ed accrescere una grandissima stima reciproca tra le nostre, genti: intuendo che forse cominciava ad essercene davvero e di nuovo bisogno, anche e soprattutto nelle piccole realtà territoriali di cui è fondamentale non disperdere l’identità e la coesione; in ogni caso ed in qualsiasi ambiente: “beati gli Operatori di Pace!”.
Perciò, ti ringrazio di cuore, carissimo Domenico, facendomi immeritatamente portavoce di tutti gli “Amici di Capracotta” mentre sono sicuro che resterà imperitura la tua preziosa “impronta”: il cui beneficio si estenderà anche alle nuove generazioni che, speriamo, ne sapranno custodire l’eredità.
Voglio ancora assicurarti che, se avrò ancora la possibilità di percorrere la mitica strada che congiunge Capracotta ad Agnone, il mio pensiero di ricordo e di riconoscenza sarà sempre rivolto a te: ti vedrò anzi volare alto, come fanno le “poiane” in quel bellissimo cielo, inseguendo ancora i tuoi ideali di appassionata ricerca e di grande amore per la nostra terra.
Intanto, cedendo alla grande commozione per la tua dipartita, consentimi di utilizzare anche per te il saluto che dedico sempre ai parenti ed agli amici scomparsi: “Riposa in Pace…all’ombra di monte Campo”; e, ne sono certo, nessuno te ne vorrà per non essere riuscito, neppure tu (?!), a dissipare il mistero storico del suo nome.
Ti abbraccio forte, insieme a tutti i tuoi cari .
Aldo Trotta