È uno di quei falegnami di Capracotta che, come tanti in gioventù, lasciò il suo paese per cercare fortuna fuori di Capracotta e approdò a Roma dove gestisce, assieme a Emilio Di Rienzo, un importante laboratorio nel quartiere in via Monte Miletto (Contrada Salone, in prossimità del raccordo anulare). Gli impegni di lavoro lo hanno portato in giro per il mondo ad arredare locali e ville d’importanti personaggi dello spettacolo e della moda. È contento del suo lavoro e gli piacerebbe vedere realizzata nell’Alto Molise, possibilmente a Capracotta, una scuola d’arredamento. Mastro Vincenzo non ha mai dimenticato Capracotta, è qui che ha mosso i primi passi ed ha acquisito i fondamentali per meritarsi il successo che la vita poi gli ha dato.
“Era il 1952, avevo undici anni e fui preso come ragazzo nella bottega di ‘z’ Cienz D’Andrea’. La prima cosa che feci dopo il primo giorno di lavoro- racconta mastro Vincenzo- indossai subito il giubbetto blu e mi misi il metro e la matita nella tasca posteriore tanta era la gioia di poter diventare falegname.
L’alternativa era quella di andare a guardare le pecore. A quei tempi non era facile essere preso da un falegname perché di ragazzi n’eravamo tanti e non c’era spazio per tutti. In ogni modo Mastro Vincenzo D’Andrea mi diede fiducia ed io subito feci di tutto per non deluderlo. Iniziai l’apprendistato come tutti gli altri ragazzi. Con lavori più semplici come quelli di pulire e tenere in ordine la bottega, poi ho cominciato a segare i tronchi, a piallare le tavole, a scartavetrare, a raspare e man mano passare a operazioni più impegnative.
A quei tempi i falegnami costruivano anche le bare e spesso sono andato a prendere le misure del defunto per fargli la cassa su misura. Nell’autunno del 1958, a 17 anni, sono andato a Roma, perché in questa città avevo i fratelli più grandi e quindi mi fu facile trovare lavoro. Non era facile, a quei tempi, vivere a Roma e rivivendo quei momenti ricordo che potevamo essere paragonati agli attuali extracomunitari. All’inizio sono andato a lavorare presso la falegnameria Filipponi seguendo le orme d’altri capracottesi che m’avevano preceduto. Ad un certo punto Falconi Cesidio di Capracotta mi propose di andare a lavorare alla STAM, la società teatrale allestimenti mostre. Per me fu il massimo.
Con questa ditta ho lavorato per quattro anni preparando scenografie per i teatri. Poi mi sono messo in proprio (1962). Dopo un annetto proposi a Emilio Di Rienzo che conoscevo e lavorava anche lui a Roma se voleva mettersi in Società con me. Costituimmo, nel 1963, la “Società Di Tella- Di Rienzo” e cominciammo con la costruzione degli arredi degli stabilimenti balneari di Corsetti Mare, seguirono il ristorante Vecchia America all’EUR e la villa di Tognazzi. Poi incominciammo ad entrare nel teatro collaborando con la STAM, e preparammo le scenografie delle commedie “Rinaldo in campo” con Franco Franchi e “Il Rugantino” con Nino Manfredi. Non abbiamo mai lavorato solo a Roma. In questa città abbiamo conservato la sede ma ci siamo spostati continuamente per l’Italia e l’Europa. Per moltissimi anni siamo stati a Pescasseroli e qui hanno lavorato con noi anche quindici persone di Capracotta. Abbiamo arredato ville in Versilia, per i conti Pasquini tra Forte dei Marmi e Viareggio. Siamo stati a Parigi al Lidò e al Moulin Rouge, a Mosca, in Ungheria, Bulgaria e Cecoslovacchia. Tra i nostri clienti abbiamo avuto personaggi dello spettacolo come Marcello Mastroianni, Eduardo De Filippo, Totò e Cecchi Gori. Oggi la nostra attività continua senza sosta, spostandoci per l’Italia e per l’Europa secondo i contratti stipulati dal nostro architetto Francesca Manfrini, subentrato al famoso Bartuccini, deceduto pochi anni fa.
L’architetto Bartuccini è stato anche la persona che ci ha aiutato a realizzare l’Hotel Capracotta. E a proposito di Capracotta vorrei aggiunger qualcosa. Bisogna spendere qualcosa in più per i falegnami di Capracotta. Vanno pubblicizzati perché sono artigiani d’ottima qualità.
Desidererei perciò che a Capracotta nascesse una scuola dell’arredamento, fondamentale per lo sviluppo e l’immagine del paese perché una scuola del genere sarebbe anche un punto di riferimento formativo per elettricisti, muratori, idraulici, disegnatori in quanto l’arredamento è uno studio interdisciplinare che abbraccia tutte le categorie menzionate. Io come tanti altri bravi falegnami di Roma e di Capracotta stessa siamo disponibili a dare il nostro contributo per la realizzazione dell’iniziativa”.
Matteo Di Rienzo
Fonte: M. Di Rienzo, Il Diario di Capracotta Luglio 2002-Giugno 2003, D’Andrea Spa- The C’ Comunicazione, Arti Grafiche Cantù, 2003