È morto ieri sera, 30 maggio 2022, a Roma il grande antropologo Luigi Maria Lombardi Satriani. Era nato a San Costantino di Briatico, in provincia di Vibo Valentia, il 10 dicembre del 1936 e ha insegnato nelle università di Messina, Napoli, all’Unical di Cosenza e alla Sapienza di Roma.
Ha rivolto la sua attività di ricerca principalmente allo studio del folklore, della cultura e religiosità popolare e della cultura contadina. Molte delle sue opere sono state tradotte in diversi Paesi. Tra queste, due in particolare ci interessano in questa sede perché citano espressamente Capracotta:
- Santi, streghe e diavoli. Il patrimonio delle tradizioni popolari nella società meridionale e in Sardegna;
- De sanguine.
Lo vogliamo ricordare trascrivendo i passaggi di queste due pubblicazioni relativi alla nostra cittadina ringraziandolo per aver inserito alcune delle nostre tradizioni del passato in un contesto scientifico di altissimo livello che sono così andate a formare generazioni di studiosi:
1) Le maitinate (mattinate) chiudono tutto l’anno in tutti questi paesi (Rocchetta al Volturno, Carpinone, Scapoli, Capracotta, ecc.). Esse vengono cantate ad ogni porta da un gruppo di persone, sempre le stesse, con un cantore a capo che porta gli auguri ad ogni famiglia, nominandone tutte le persone e augurando il buon anno; viene offerto del denaro (un tempo generi di natura). Un esempio di maitinata a Capracotta:
Boninne bonanne
è menute capedanne;
è menute l’anne nuove
Ddio te guardie vacche e vuove.
Guido Vincelli, Isernia e la Valle del Volturno in L. M. Lombardi Satriani (a cura di), Santi, streghe e diavoli. Il patrimonio delle tradizioni popolari nella società meridionale e in Sardegna, Sansoni Editore, Firenze, 1971
2) Christian Beck riferisce di un suo viaggio negli Abruzzi del 1910, dicendo fra l’altro: “io ritornai verso il villaggio [Capracotta?] (…). Alla fine del corso alcune persone erano raggruppate davanti ad una casa. Alcuni guardavano in aria, altri parlavano tra di loro. Tre preti in cotta, con le spalle rivolte alla casa, si scambiavano delle parole con aria indifferente. In mezzo al gruppo io scorsi una specie di barella circondata d’un drappo nero. Rimbombavano alcune grida lugubri e rapide. Una vecchia alla sua finestra si strappava i capelli a piene manate e col braccio teso, con le dita largamente aperte, li lasciava cadere sul morto. La faccia era tutta insanguinata. Alla sua destra una giovane donna gridava più debolmente e si tirava i capelli senza strapparli. La vecchia lacerava uno straccio bianco i cui pezzetti cadevano nel vuoto. Ella si graffiava le gote e un’altra donna cercava di afferrarle le braccia” (Beck, 1916)
L. M. Lombardi Satriani, De Sanguine, Universale Meltemi, Roma, 2001