Stamattina, il sindaco dei Ragazzi, Stefano D’Andrea, ha promosso, per la prima volta a Capracotta, la celebrazione della festa della Liberazione in collaborazione con l’amministrazione comunale. Riceviamo e volentieri pubblichiamo il testo del suo intervento letto davanti alla lapide dei fratelli Fiadino in località “Sotto al Monte”.
Buongiorno a tutti,
vi ringrazio della vostra presenza, qui oggi, Sotto al Monte, in questo luogo diventato importante in un giorno importante per la nostra democrazia. Oggi venticinque aprile è il giorno della ricorrenza della liberazione dell’Italia dall’occupazione nazifascista.
Sono passati quasi 80 anni da quel 25 aprile 1945, quando dopo giorni di lotta armata in diverse città dell’Italia del nord, quali, Bologna, Genova, Torino, Milano, furono liberate dall’occupazione tedesca.
Da noi a Capracotta la guerra era finita nella primavera del 1944, ma nell’autunno del 1943, il 04 novembre, ci fu il triste episodio della fucilazione dei Fratelli Fiadino, Rodolfo e Gasperino di anni 37 e 34, colpevoli di aver aiutato e nascosto un gruppo di militari neozelandesi che erano fuggiti dal campo di prigionia di Sulmona e poi catturati con l’aiuto di una spia del posto.
I nostri concittadini condannati in base all’ordinanza di Kesselring, che puniva a morte chi aiutava i prigionieri di guerra fuggiti dai campi di prigionia.
Furono giustiziati dopo un breve processo da parte di un tribunale militare tedesco situato a Villa Canale di Agnone. Mentre venivano ricondotti a Capracotta uno dei tre fratelli riuscì a fuggire, gli altri due portati qui Sotto al Monte furono fucilati.
Il loro sacrificio non va dimenticato e a distanza di molti anni (quest’anno il 12 novembre cade anche la ricorrenza dell’ottantesimo della distruzione di Capracotta, sempre da parte delle truppe tedesche) ha contribuito a rendere il nostro paese una democrazia libera da guerre e dittature.
Oggi per non dimenticare e mantenere viva la memoria storica di quei fatti, voglio deporre un fiore a nome di tutti noi per i Fratelli Fiadino, perché il loro martirio sia un insegnamento contro ogni violenza, sopruso e guerra.
Grazie a tutti voi.
Stefano D’Andrea
Sindaco dei ragazzi di Capracotta