«Se questa estate vedeste un pazzo correre per le strade di Capracotta, da Prato Gentile alla Madonna, con due borracce e uno zaino sulle spalle, non spaventatevi: quello sono io!».
Claudio Ramognino Gentile, originario di Cosenza, classe 1977, vive a Rocca Priora (Roma) con la moglie (capracottese) Michela Monaco, figlia di Michele Monaco (Squarcione) e Gabriella Muffari, e i figli. È un militare in carriera dell’esercito italiano (primo maresciallo dei bersaglieri) con la passione per lo sport.
Ha iniziato con gli sport da combattimento, poi il triathlon per approdare al mondo delle ultramaratone, cioé quelle maratone con una distanza superiore ai “classici” 42 km, da percorrere spesso in condizioni ambientali estreme e in completa autosufficienza. Tra le tante, ha sfidato i 100 km del Passatore tra Firenze e Faenza, i 258 km della Milano-Sanremo (l’ultramaratona no stop più lunga d’Europa), l’Iranian Silk Road Ultramarathon (200 km nel deserto iraniano) e, lo scorso anno, la Marathon des Sables (250 km nel deserto del Marocco meridionale).
«Bisogna portare con sé quello che serve per tutto il tempo della competizione- spiega Claudio-: dal cibo alle medicine, dall’acqua al sacco a pelo. Poi, al termine di ogni tappa, non c’è un momento di pausa: ti devi cucinare da solo, preparare per la notte… Il tutto in condizioni estreme: nel deserto, infatti, fa caldo, ci sono i serpenti, gli scorpioni…».
Recentemente, la Direzione Generale per il Personale Militare del Ministero della Difesa ha conferito a Claudio Ramognino Gentile il riconoscimento «Sport: valore aggiunto Ed. 2024» per «essersi distinto nella ultra maratona estrema».
E, adesso, la nuova grande sfida per l’anno 2025: l’ultramaratona nel deserto del Gobi.
«Mi sto già preparando con l’ultramaratoneta Mauro Prosperi, medaglia d’oro ai giochi olimpici di Los Angeles del 1984 con la nazionale italiana di Pentathlon- aggiunge Claudio-. Da questo punto di vista, Capracotta è una parte importante del mio allenamento. Devo confessare che il tratto di strada che va dal paese a Prato Gentile ha il suo perché…».