Verso la chiusura dell’esperienza di Vivere con cura a Capracotta?

Cari Sebastiano, Sabatino e Antonino. Care Giusi, Elena e Luciana e tutti e tutte che per anni vi siete ripetutamente complimentati per le animazioni di ludoteca, di erboristeria, di forestaterapia, di riuso artistico-artigianale e per le conferenze su: ambiente (con collaborazioni con centri o gruppi del medio e basso Molise), cultura della montagna e delle donne -misconosciute sui libri di storia e letteratura-, e di tanti altri incontri musicali, artistici e sui temi più disparati. Vi scrivo per condividere con voi la notizia che le nostre attività, soprattutto dopo la pandemia, si sono sempre più diradate -nonostante i tanti incontri, e può sembrare un paradosso ma in realtà potrebbe essere il noto canto del Cigno- fino ad arrivare, ora, a un passo dalla chiusura, e intanto a un drastico ridimensionamento.

Forse mi e vi chiederete il perché.

Conferenza regionale Auser

Premetto: Il primo ottobre 2024 a Campobasso, presso la sede dell’Auser – associazione per l’invecchiamento attivo a cui ci siamo affiliati in seguito alle ultime normative per il terzo settore, cioè il no-profit- c’è stata una riunione regionale con un responsabile nazionale che ha ripetuto per l’ennesima volta le modalità di azione della medesima.

In particolare ha raccontato delle due grandi cause penali in corso da molti mesi contro due circoli del nord Italia che sono sotto processo per aver scritto, per diverso tempo su locandine, una quota specifica di partecipazione e non semplicemente OFFERTA LIBERA.

Noi a Capracotta e in Molise dal 2020-21, cioè da quando siamo entrati in Auser, sempre diciamo e scriviamo offerta libera, anzi il più delle volte ci dimentichiamo di portare la cassetta presi a curare bene l’iniziativa. Offerte che il più delle volte non coprono nemmeno il rimborso viaggio di chi viene.

Per questo motivo animatrici e animatori non desiderano più tornare o neanche venire una prima volta perché non hanno entrate sufficienti, né si sentono riconosciute economicamente nonostante chiedessero il minimo. Comunque ringraziano per i mille doni del territorio dell’Alto Molise e di chi ci abita. Ma non tornano: semmai quando sono di passaggio per salutare oppure per trascorrere qualche giorno di vacanza.

La storia di Vivere con cura a Capracotta

L’esperienza di Vivere con cura a Capracotta era nata nel 2002 grazie all’allora assessora alla cultura Patrizia Rainone che invitò tutti/e a dare contributi di idee contro lo spopolamento e il vuoto culturale.

Tra le varie proposte, accettò anche la mia: promuovere incontri esperienziali e culturali sugli scottanti problemi ambientali ignorati dalla politica nonostante l’allarme già dalla fine degli anni ’60 e organizzare corsi e laboratori per insegnare e costruire una reale vita ecologica e conviviale.

E così dal 2003 partirono le prime attività. E posso mettere su questo sito il numero della rivista “Vivere con cura” con tutti i programmi di 20 anni.

Patrizia riuscì ad ottenere dalla spesa di bilancio e in collaborazione con la Proloco 1000 euro per rimborsare il viaggio e un gettone di presenza garantito per gli animatoti perché non era certa la partecipazione a pagamento. Inoltre l’albergo Capracotta, convenzionato col Comune, metteva a disposizione due camere con 4-6 posti letto ciascuno, più il vitto. Questo per il solo mese di agosto. E in più ci misero a disposizione i grandi locali sottostanti la vecchia scuola per utilizzarli in caso di tempo avverso o durante l’anno e come magazzino per materiale didattico, quasi tutto di riuso perché vivere con cura, seguendo il metodo Montessori e arricchito dai percorsi di Gianni Rodari, Don Milani e Alberto Manzi (solo per citare i più conosciuti) ha a cuore le sorti del pianeta e la pratica del riuso e dello smaltimento coerente e attento è una delle importanti.

Visto la buona risposta e soprattutto la qualità degli interventi si continuò per altri anni, rilanciando le attività già dal 2004 però iniziando fin da maggio, per tre mesi. E continuò il contributo di 1000-1500 euro. Si arrivò perfino a stanziare 5000 euro nel 2005 grazie soprattutto al contributo della Proloco. In quell’anno vennero per tre settimane in agosto circa 15 animatori e artiste di una cooperativa di Padova, realtà tra le più eclettiche e completa nel settore dell’animazione per l’infanzia e adolescenza. Vorrei dilungarmi ma capite che la lettera sarebbe lunga, ma su quell’esperienza poi ci tornerò alla fine di questo scritto con una testimonianza imprevista. Dal 2006 Patrizia anche per problemi di salute non si ricandidò e all’assessorato subentrerà Maria D’Andrea che in collaborazione con la Proloco continuerà a sostenere Vivere con cura.

La nascita di Vivere con cura nel 1986

Voglio precisare che Vivere con cura nacque a Milano nel 1986 presso un circolo culturale del quartiere allora popolare Garibaldi. E nei circa sette anni di incontri settimanali o quindicinali, da settembre a metà giugno, passarono decine e decine di esperte/i in tutti i campi dello scibile naturalistico, salutista e ecologico. E mi trovai a svolgere il ruolo di presentatore, impossibile per Graziella e Mario, i due referenti istituzionali, impegnati su altri fronti. Così riuscii a conoscere tante esperte/i con cui nacquero vive collaborazioni e che poi avremmo invitato a Capracotta. Si interruppe l’esperienza al Ponte delle Gabelle perché a Graziella, responsabile del medesimo, fecero “le scarpe” per motivi banali o di invidia. E la mandarono in periferia dove ha continuato a promuovere incontri, imperterrita fino alla pensione e tutt’ora prosegue.

Gli incontri al Ponte delle Gabelle, sul Naviglio, erano gratuiti e il circolo non spese una lira (gli annunci apparivano sul Corriere della sera e altri giornali e settimanali) perché i relatori vivevano a Milano e una conferenza l’anno non si nega, anzi ne erano entusiasti quanto il pubblico, sempre numeroso. Ben diverso era l’invito a Capracotta, paese posto in montagna, fuori da rotte frequentate e soprattutto richiedevamo di restare almeno una settimana per trasmettere i propri saperi pratico-teorici interagendo col territorio e i suoi abitanti. Uscendo dalla logica del solo intrattenimento mordi e fuggi tipico della società dello spettacolo.

Ecco perché c’era bisogno di un contributo minimo garantito.

Gli sviluppi di Vivere con cura a Capracotta

Il mio ruolo era quello di proporre animazioni e conferenze e Patrizia avrebbe contattato gli esperti -che conoscevo come avevo fatto notare- in campo ecologico, erboristico, artistico e artigianale anche perché già dagli anni ’70 coltivavo queste passioni e in tante occasioni ho avuto modo di incontrare e conoscere insegnanti e appassionati le cui ricerche non trovavano sbocco nella scuola ufficiale.

Poi pian piano è accaduto che lo stanziamento fondi è sceso prima ai duemila euro, poi a mille e infine negli ultimi anni a seicento e poi a trecento con pagamento dopo i nove mesi. Inoltre da circa il 2010 l’albergo non ha più messo a disposizione le due camere d’albergo e così ho accolto gli animatori a casa -con relativo vitto. Casa che allora non era divisa e quindi tra lamentele e rabbie degli altri proprietari.

E per finire, i grandi locali sotto la scuola non furono più disponibili per via dei lavori di consolidamento, prima, e di demolizione, poi, e si ridussero a due stanze a pian terreno. Poi trasferimento fuori mano al Tirassegno e negli ultimi anni neanche quello. E mi viene da sorridere: avrei dovuto suggerire solo i nominativi di chi poteva venire ma alla fine passo dopo passo mi sono trovato a gestire tutto il ciclo pena la chiusura. Come si dice a Capracotta: “mi sono andato a prendere i guai come Peppe la Rocca” (me so’ iute a piglia’ r’uià gne Pepp la Rocca).

Fin che ho potuto, grazie alla eredità ricevuta e su espresso desiderio delle ultime volontà di mia madre ho fatto fronte sia all’impegno economico che di supporto a chi veniva ad animare, ma ormai o si trovano fondi oppure si va verso la chiusura della casa-centro di Vivere con cura e/o il ridimensionamento drastico delle attività. Premessa alla chiusura definitiva. Intanto, per dovere di cronaca, in altri paesi e a Campobasso sono in corso più o meno gli stessi incontri in collaborazione con associazioni o istituzioni.

Negli ultimi anni solo chi è in pensione (oppure viene a conoscere Capracotta per curiosità) è stata/o disposta a minimi gettoni di presenza, ma una volta trasmessi i propri saperi, l’anno successivo cerca altre proposte in altri paesi o città, soprattutto verso il centro nord Italia. Anche gli animatori del Molise non vengono più e si trasferiscono.

A titolo di conoscenza a Castel del Giudice da diversi anni investono 5000 euro per i due mesi di luglio per la ludoteca più spazi a disposizione come magazzino e luogo al chiuso. Agli amministratori avevo segnalato la coppia che per 4/5 anni da Modena è andata per i mesi di luglio e agosto chiamata: la scuola nel Bosco.

E quindi arriviamo al giorno d’oggi.

Quest’estate per due mesi di animazione abbiamo raccolto con la cassettina offerta libera 200 euro.

Ultimo tentativo

Quindi invito a aprire una discussione con lettere di riflessioni e commenti, anche negativi, e se si desidera proporre e cercare soluzioni.

Da alcuni anni continuo a dire che gli emigrati e amanti di questa didattica eco umanitaria organizzino nelle loro città cene di sottoscrizione, possibilmente una volta al mese, con prodotti di Capracotta, e trattare un tema e/o parlare della condizione dei paesi in abbandono. Oppure che ciascun dedichi uno due o tre per cento del proprio reddito per finanziare una o più attività che si ritiene importanti. Una volta si diceva: fare il Salvadanaio, “re quaseriegl”.

Personalmente penso che tra disastri ambientali, guerre e malessere esistenziale, associazioni e attività come la nostra possano essere una risorsa il cui merito va prima di tutto a Maria Montessori, Gianni Rodari, Don Milani e Alberto Manzi a cui ci ispiriamo e che dovrebbero essere i fari della scuola pubblica e per la tanto sbandierata transizione ecologica ma che invece sono ignorati o banalizzati o ricordati solo alle ricorrenze.

Proseguendo sull’onda di queste pedagogie che sono stati ostacolate, oscurate o banalizzate dalle istituzioni ottuse e chiuse noi ci proponiamo come ludoscuola nel tempo libero (come anche, a titolo di esempio l’Università della Terza Età) per un’acculturazione permanente. Non si dovrebbe mai smettere di imparare e insegnare, in un circolo virtuoso. Il pedagogista danese del 1600, Comenio diceva: imparare tutto da tutti e insegnare tutto a tutti e aggiungo a tutte perché alle donne era interdetto -o ostacolato –di frequentare scuole e università.

Insegnare e educare soprattutto in presenza e senza ignorare le moderne tecnologie che vanno gestite con sapienza e il minimo indispensabile. Alberto Manzi a scuola, sul terrazzo dell’edificio scolastico e nel quartiere non usava libri né fotocopie!!!

Semi e Germogli

Per chiudere voglio raccontare questo accadimento di cui accennavo.

Era il settembre o inizi ottobre del 2021. A Milano organizzarono un convegno di tre giorni con Greta Thumberg sull’emergenza ambientale e il futuro senza speranza per le nuove generazioni. Aveva lanciato da pochi anni lo sciopero per il Clima.

Ebbene partecipai all’ultimo incontro in una piazza, portando degli striscioni con su scritto anche: Vivere con cura. Avevo la mascherina. A un certo punto passa una donna giovane sui 18-20 anni. Si ferma, osserva attentamente e mi chiede:

“Ma voi siete di Vivere con cura?” Rispondo di sì. E lei: “di Capracotta?” Rispondo ancora di sì. E continua: “I miei genitori sono di Capracotta ma viviamo a Milano. Da bambina venivo sempre in estate a Capracotta”. Prende fiato un attimo e chiude lapidaria e commossa: “mi sono formata con Vivere con cura”.

Un cordiale saluto.

Antonio D’Andrea

Capracotta APS Vivere con cura

“Circolo Irene e Lucia di Milione”

*Negli ultimi due anni l’animazione è stata possibile per puro caso o provvidenza perché solo all’ultimo momento mi telefonarono per proporsi come prova di una settimana, per poi rimanere quasi due mesi.