Giovanni Paglione nacque a Capracotta il 27 luglio del 1867 da genitori contadini benestanti e pertanto avviato ben presto alla cura dei cavalli e degli armenti. Già dalle elementari cominciò a manifestare facilità di apprendimento con predilezione per i numeri e per la lettura, circostanze segnalate da austeri insegnanti ai genitori i quali si ostinavano a disattendere dette segnalazioni essendo il giovane destinato alla cura della terra e del bestiame. Pur non sottraendo ai faticosi compiti agresti, trovò tempo di notte per studiare alla luce della lampada a petrolio, circostanza che gli fece meritare più volte le rozze reprimende del padre che vedeva nello studio una inaccettabile perdita di tempo ed uno sciupio di petrolio. Superati così anni difficili, riuscì a liberarsi dall’oppressione paterna conducendo regolari studi nella città dell’Aquila e pervenendo all’abilitazione magistrale che esercitò per anni prima in alcuni paesi dell’Aquilano e poi, fino alla pensione, a Capracotta.
All’insegnamento abbinò tante altre attività. Da autodidatta studiò le lingue straniere al punto che parlava e scriveva correttamente in francese e in tedesco. Studiò musica e pervenne a un disinvolto uso del flauto. Creò negli anni una poderosa biblioteca di oltre 7.000 volumi che riguardavano tutto lo scibile umano. Si dedicò ad attività scientifiche quali l’astronomia (ancora oggi è perfettamente conservato dagli eredi un cannocchiale Bardelli-Turin). Gestì per anni l’osservatorio meteorologico che, via telegrafo, trasmetteva i dati alla stazione ricevente di Pescara. Fu Console del Touring Club, circostanza che gli permetteva ogni anno di fare lunghi viaggi in Europa con predilezione per i Paesi del Nord, viaggi dei quali poi informava il lettore con articoli su diverse riviste regionali e nazionali. Fu per anni direttore della fiorente sezione capracottese di Tiro a Segno al punto che nell’anno 1898 la detta sezione si classificò ai primi posti nelle gare internazionali di Torino. Fu il primo presidente dello Sci Club di Capracotta. Fu pioniere della fotografia, arte che coltivò con passione lasciando uniche e bellissime testimonianze della vita capracottese di circa un secolo fa.
Negli ultimi anni della sua vita si dedicò alla stesura di note autobiografiche, lavoro custodito oggi dagli eredi. Morì, per sua fortuna, nell’anno 1941 sottraendosi così a dei grandi dolori quali a breve la distruzione del suo amato paese percorso da bande armate, la dispersione della sua famiglia e la spoliazione e la distruzione di tante cose belle che nel tempo aveva creato.
Giannino Paglione
Dal volume “Capracotta 1888-1937″: cinquant’anni di storia cittadina nelle foto del Cav. Giovanni Paglione”