L’Altea comune (Althaea officinalis ) è una pianta appartenente alla famiglia delle Malvacee. Conosciuta anche come Bismalva, Malvavischio e Malvaccione. Diffusa in gran parte dell’Europa, cresce in luoghi umidi, e paludosi, lungo i fossi, i canali, gli argini, attorno alle case di campagna.
Il nome Althea deriva dal greco Althaia usato da Teofrasto, derivandolo dal verbo che significa guarire: erano note le qualità farmaceutiche della pianta.
Nell’antichità le sue foglie erano spesso impiegate come alimento. Infatti l’altea era considerata un cibo prelibato presso i Romani, mentre veniva usata in tempi di carestia dai Greci, Turchi e Siriani.
I frutti constano di una serie di acheni appiattiti, a forma di disco, disposti l’uno vicino all’altro, simili a tante piccole monete, fino a formare un cerchio perfetto. I principi attivi sono amido, pectine, mucillagine, zuccheri, grassi e tannini; sono presenti in tutta la pianta e nelle radici.
Virtù terapeutiche: intensa attività decongestionante e antisettica , cura dei disturbi delle vie respiratorie, delle irritazioni della bocca come ascessi, stomatiti e gengiviti, della sindrome del colon irritabile, delle enteriti, delle coliche, della diarrea, della stitichezza, delle ulcere, dei calcoli e delle cistiti.
Questa pianta medicinale, chiamata in dialetto “la malva”, era largamente conosciuta e usata a Capracotta da tutte le famiglie; era di facile reperimento perché cresceva dappertutto ed in ogni casa c’era sempre una piccola scorta.
Erano dunque ben note le proprietà terapeutiche sia della radice e sia della parte aerea. Una volta raccolta tutta la pianta e ben pulita, veniva messa a seccare in mazzetti. Per fare il decotto si usava la “ciucchelatèra”,caratteristica pentolina a forma di tronco di cono, con manico di legno che veniva sistemata nel caminetto circondata da cenere calda e brace. Vi si metteva a bollire per 5-10 minuti un mazzetto con pezzi di radice; il decotto veniva leggermente zuccherato e bevuto caldo. Era usato per sfruttare le proprietà anticatarrali e decongestionanti. Noi bambini mangiavamo anche i semi maturi.
Domenico Di Nucci