Cartoline di viaggio: da Capracotta a Campobasso

Il viaggio Capracotta- Campobasso è stato per anni la mia routine settimanale: di sabato a salire, di domenica pomeriggio a scendere. Ciò ha portato ad una conoscenza approfondita della strada, degli angoli e delle curve, sicché avrei potuto camminare ad occhi chiusi e la macchina avrebbe fatto il suo percorso senza difficoltà. Una qualsiasi domenica: mi lascio alle spalle il paese, Monte Campo, la Maiella, le alture di Roccaraso e vado incontro a monte Capraro con i suoi sbuffi di nebbia, alla galleria verde di Vallesorda, al parco eolico che, stranamente, non offende l’occhio dell’ambientalista, situato com’è sui pianori sconfinati di Monteforte, battuti dal vento e dalle tempeste di neve.

Arroccato su un’altura appare Vastogirardi, spesso avvolto dalla foschia; in lontananza  le cime delle Mainarde, seghettate e spesso imbiancate, quasi un baluardo a difesa di questo suggestivo angolo di mondo, avvolto nel silenzio e nella solitudine.

La strada prosegue verso Staffoli,un tempo distesa di verde, ora non più, infestata di capannoni, recinti per cavalli e tracciati per rodeo, un ristorante, a 1000 m di altitudine. Siamo scesi parecchio dai 1421 m di Capracotta. L’aria si fa più mite, la strada prosegue: un ruscello! Ma ché: quello è il Trigno, arriverà fino al mare. Corri corri, fiume, l’Adriatico ti aspetta. Ad una svolta successiva appare un angolo di Svizzera: cosa sarà mai quel  paesino ridente con la faccia rivolta al sole? E’ Carovilli con  la stazione ferroviaria oggi in disuso, perché ramo secco. E chi l’ha seccato? Tra poco anche i nostri piccoli borghi saranno rami secchi e verranno cancellati dalla carta geografica.

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La strada prosegue, come l’ansa di un fiume, a sinistra la foresta di Pietrabbondante, poi boschi, prati, qualche casa colonica, un ristorante e via… verso Pescolanciano arroccato intorno al suo castello, ricordo di un tempo felice e prospero. Anche qui si rasenta un ramo secco. Il viaggio si arresta con la visione del monte Totila… e con la galleria di San Venditto.

Oltre  non andiamo: il nostro Alto Molise si chiude nel suo bozzolo e non vuole contaminazioni. Gli altri non pensano a noi e noi, fieri delle nostre origini, tentiamo di escluderli per lo meno dalla nostra vista.

Maria Delli Quadri