La passione è la miglior motivazione che spinge il progresso e ispira l’arte. La passione culturale, civile e sociale del prof. Domenico Di Nucci, presidente ed animatore dell’associazione “Amici di Capracotta”, è tanto forte che produce continuamente sempre belle iniziative promozionali per il proprio paese. Questa volta, assieme al giornalista dott. Francesco Di Rienzo (segretario della stessa associazione), ha dato alle stampe due volumetti di grande importanza storica e suggestione tematica: “Saluti da Capracotta – Cartoline dal 1897 al 1943” e “Anno Domini 1656 – La peste a Capracotta”. Entrambi sono stati stampati molto recentemente e mirabilmente a Isernia da Cicchetti, hanno all’interno 80 pagine ciascuno e le copertine sono davvero belle ed eloquenti. L’elaborazione grafica è di Salvatore Cerimele.
Le cartoline evidenziate sono 69 e ci ridanno un paese un po’ dissimile dall’attuale sito urbanistico perché, come si sa, Capracotta fu quasi del tutto raso al suolo dall’8 all’11 novembre 1943 dai tedeschi durante la seconda guerra mondiale. Pure per questo, tali cartoline hanno un doppio valore documentale. Infatti, mentre ci viene restituito l’aspetto del paese che fu storicamente negli ultimi secoli, ci viene offerta la possibilità di recuperare quella memoria (anche visiva) che arricchisce il patrimonio informativo ed emozionale. Molti sono le vedute panoramiche riprese da ogni angolo vicino e lontano, nel sole o nella neve, nel quotidiano o nelle feste. E si nota immediatamente che coloro che hanno fotografato quei luoghi li amavano già profondamente. E li amavano pure coloro che sono stati destinatari delle belle cartoline. Ma li ama ancora adesso chi continua a collezionare cotanti “cimeli” specialmente quando li mette a disposizione della comunità interna ed esterna a queste montagne. E li ama chi ha contribuito a realizzare un così prezioso documento sociale.
Cartoline pure per illustrare i paesaggi rurali e fluviali, le presenze turistiche e sportive, cosicché possiamo capire, nell’insieme, l’identità e il carattere dei luoghi e degli abitanti. Sicuramente sono pochi quei paesi che possono vantare una simile collezione. E sarebbe veramente assai auspicabile che ogni comunità possa e voglia effettuare la medesima operazione mnemonica ed editoriale, pure per fissare momenti e situazioni irripetibili e per dare alle nuove generazioni almeno un’idea precedente del proprio territorio.
Altro lodevole risultato sociale (raggiunto da Domenico Di Nucci, dai coautori Francesco Di Rienzo e Aldo Trotta) è quello di aver documentato un momento drammatico della vita di Capracotta, martoriata dalla peste del 1656 che ha colpito tanti altri paesi dell’allora Regno di Napoli. Un episodio non soltanto assai doloroso per le morti arrecate ma anche per il sospetto morale che pesa sulle popolazioni. Infatti la frase “La miserabile e sempre deploranda piaga del contagio mandata da Dio Nostro Signore per castigo de nostre colpe” è bene evidenziata in copertina nel sottotitolo.
Capracotta paga un tributo altissimo: ben 1126 morti in 42 giorni (dal 3 agosto alla metà di settembre 1656) ovvero il 55% sul totale di duemila anime (254 i “fuochi”). Per tornare alla consistenza originaria della popolazione, Capracotta ha dovuto attendere più di cento anni! L’elenco dei nomi dei morti è contenuto in un grosso volume ecclesiastico, il “Catalogus” compilato dall’allora arciprete Pietro Paolo Carfagna e attualmente custodito nell’archivio parrocchiale della Chiesa Matrice. Tale elenco è pure importante per rintracciare al 1656 i nomi e i cognomi tipici della comunità capracottese, ma vi si può leggere quanti morti ha avuto ciascun cognome (ben 42 i “de Rentio” e 30 i “Carnevale”). Alla pagina 14, gli autori del prezioso resoconto hanno enumerato pure i “fuochi” presenti nel 1648 e nel 1669 nei paesi dell’odierno Alto Molise (considerando che allora Agnone e Belmonte facevano parte dell’Abruzzo Citra mentre gli altri appartenevano al Contado di Molise).
Entrambi i volumetti sono stati presentati ufficialmente venerdì 14 agosto scorso nell’atrio del palazzo comunale. Adesso le gigantografie delle 69 cartoline restano in mostra nelle sale dei sotterranei del medesimo palazzo comunale, osservando il seguente orario: ore 10,30 – 12,30 nei giorni di venerdì-sabato-domenica del solo mese di agosto 2015. Per ulteriori informazioni, altri appuntamenti e per le comitive telefonare al n. 0865-949210 (centralino Comune). Il libro delle cartoline può essere, quindi, ed in effetti è una vera e propria “guida” a tale mostra.
Università delle Generazioni
Tratto da www.altomolise.net: