Cari Altomolisani,
sono solito spegnere la radio quando, in automobile, sto per entrare in Alto Molise. Mi sembra di entrare in un vero e proprio “Santuario della Natura” quale in effetti è. Ed i santuari hanno bisogno di silenzio, rispetto, venerazione e preghiere. “Là dove il silenzio regna e la preghiera” ho titolato nel 1968 sul quindicinale “Sentiero Calabro” un articolo riguardante il santuario rupestre dedicato alla Madonna della Sanità del mio paese natìo (Badolato). Se spengo la radio all’ingresso dell’Alto Molise è perché, facendo silenzio, è più facile mettersi in contatto con il magnetismo di un luogo, percepirne le suggestioni e le voci segrete. Solitamente, poi, vado in giro per tutto l’Alto Molise almeno due volte l’anno, in primavera e in autunno, per godere del verde giovane che si intrufola tra quello perenne formando ampie venature come le increspature di un mare verde, mentre in autunno mi esalto con i colori tipici di questa stagione.
D’altra parte, alcune agenzie di viaggio organizzano un percorso speciale per andare in Canada (da costa a costa) proprio per ammirare quell’autunno. Mi sono sempre chiesto come mai non riusciamo a fare altrettanto nel nostro piccolo, attirando (anche per un solo giorno) amanti della natura o semplici turisti della domenica per descrivere e segnalare loro le meraviglie del nostro autunno, seducendoli poi a tavola come nell’arte con quanto di meglio offre questo nostro territorio. Medesima cosa andrebbe fatta per la nostra primavera. L’estate e l’inverno hanno percorsi propri già consolidati, anche se – in verità – potrebbero essere meglio vissuti.
Un “Alto Molise 4 stagioni” (per un turismo tutto l’anno) potrebbe essere un progetto promozionale che, a mio modesto parere, andrebbe considerato come fine-settimana o addirittura come settimana ritemprante, dal momento che (come ho già scritto varie volte) queste montagne potrebbero “vendere” silenzio, essere il “Tibet d’Italia”, offrire le “case del sonno”, “stupire il mondo”, realizzare “Agnone città dei raduni”, “gemellarsi con l’Emmental” (la valle del fiume Emme, in Svizzera, dove si fa, appunto, il celebre formaggio Emmental o Emmentaler), essere la capitale di qualcosa, come ad esempio delle “Gemme dell’Appennino” (novembre 1989) tradotto nella recente iniziativa nata a Pescopennataro “Le perle dell’Appennino” e tanto altro ancora (l’elenco sarebbe davvero lungo e lusinghiero).
Con “Alto Molise 4 Stagioni” si potrebbero realizzare innumerevoli iniziative e principalmente celebrare qui il solstizio d’estate il 21 giugno, l’equinozio d’autunno il 21 settembre, il solstizio d’inverno il 21 dicembre e l’equinozio di primavera il 21 marzo. Possiamo dire che le risorse e le attrazioni ci sono ma forse non c’è sufficiente volontà o decisiva unità di perseguire ed andare in fondo, sentendoci tutti impegnati ed infervorati (individui e comunità) per un unico traguardo?!…
Dicevo che l’Alto Molise è un vero e proprio “Santuario della Natura“. Lo ha riconosciuto l’Unesco “proclamando” buona parte di questo territorio “Mab” (la riserva naturalistica “Man and Biosphere”). Vi sembra poco?… Non è affatto poco, considerando che le “MaB” in Italia e nel Mondo sono un numero esiguo e, quindi, importante in modo esponenziale e significativo. Purtroppo, per quanto buona volontà ci stanno mettendo i comuni interessanti, l’Assomab altomolisana non pare stia ottenendo i risultati sperati. Probabilmente ci vuole una maggiore considerazione da parte di tutti i cittadini, in particolare degli operatori turistici e commerciali, culturali e politici. Un po’ come quando si pensava di fare dell’Alto Molise un Parco Regionale … un’altra delle tante occasioni mancate nel modo più imperdonabile che ci possa essere!
E’ assolutamente urgente e necessario “specializzare” l’Alto Molise in qualcosa di serio ed utile, dargli una immagine unica e memorabile per poi affiancare tutte le altre iniziative possibili ed auspicabili. Per contribuire al dibattito in atto nel contesto della “Vertenza per non morire” degli anni ottanta, il 25 giugno 1990 ho stampato e poi diffuso capillarmente a cittadini, associazioni, istituzioni, enti e sindacati un opuscoletto di appena 16 pagine (più 4 di copertina) intitolato “Un futuro per l’Alto Molise – 1 – La salute”. Con tale scritto proponevo di specializzare queste nostre montagne come “Alto Molise Parco della Salute” o (inglesizzando come è ormai di moda) “Alto Molise Health Area” ovvero accrescere le strutture socio-sanitarie per attirare in questo territorio una variegata utenza che ha bisogno di migliorare o mantenere la propria salute anche in età geriatrica, visto e considerato che aria pura, tranquillità e prodotti ancora genuini avrebbero potuto agevolare tale progetto.
La “Domus Area” del medico Franco Mastrodonato a Bagnoli del Trigno, le RSA – Residenze Sanitarie per Anziani e le case di riposo che si realizzano in numero crescente offrono la percezione che, in effetti, l’Alto Molise possa essere sede specializzata in assistenza socio-sanitaria per una utenza proveniente anche da altre regioni. L’occasione mancata dell’ospedale di Agnone di specializzarsi in qualcosa di veramente originale e produttivo non esclude ancora un discorso che possa coniugare difesa della salute e gestione di settori terapeutici complementari o sostitutivi del sistema sanitario regionale. Alto Molise, dunque, come “Oasi di salute” avendo un bacino di utenza interessante in numeri e qualità, essendo metropoli come Roma e Napoli abbastanza vicine, come pure le città di Pescara, Foggia, Benevento, Caserta, Frosinone, Latina.
Sulla pagina molisana di un quotidiano romano degli anni cinquanta leggevo che il medico Camillo Carlomagno raccomandava (già allora) di valorizzare l’Alto Molise come una “piccola Svizzera” proprio perché tale aspetto e tale valenza aveva. Io sono calabrese, abituato a ben 4 parchi nazionali (Pollino, Sila, Serre, Aspromonte) che, tra tanti privilegi, hanno un vantaggio unico: vantano le 4 superlative dimensioni vicinissime tra loro con i due mari Jonio e Tirreno, le ubertose colline, le suggestive montagne e i molteplici laghi di cui alcuni di tipo alpino (un pezzo di Baviera in mezzo al Meditarraneo, dicono i tedeschi). Sono quindi abituato a tali bellezze. Eppure l’Alto Molise possiede un territorio del tutto particolare, così rilevato ed evidenziato pure dai 14 giornalisti della Stampa Estera il 9 e il 10 maggio 2014 tanto che avrebbero voluto proprio qui una “Casa della Stampa” dove soggiornare con un utile turnover tutti i 500 associati provenienti da ogni parte del mondo. L’Alto Molise avrebbe tanto bisogno di avere simili amici che lo lancino in tutto il mondo!
L’Alto Molise ha, quindi, l’inestimabile pregio che riesce a toccare il cuore di chi lo visita, specialmente se proviene dalle città o dall’estero. Il 26 giugno 2014 ho scritto ed inviato alla stampa molisana alcune mie suggestioni nell’articolo “Alto Molise, le montagne che commuovono”. E quando si riesce a toccare il cuore di qualcuno vuol dire che questo qualcuno può diventare un vero, grande e fedele amico. Perciò, la prossima mia lettera tratterà sulla necessità di realizzare l’Associazione Amici dell’Alto Molise (AAAMO).
Grazie per la gentile attenzione. A presto!
Domenico Lanciano