La vergine Lucia è una delle figure più care della devozione cristiana capracottese. Da una pergamena medievale in scrittura beneventana del 1171, un “Memoratorio”, risulta che sul finire di quell’anno l’allora vescovo di Trivento, Raone, consacra, alla presenza di una grande quantità di ecclesiastici e laici, una chiesa dedicata agli apostoli Simone Cananeo e Giuda Taddeo e a santa Lucia sul Monte Capraro. Si deve precisare però che, in quel tempo, quello del Monte Capraro era un feudo ecclesiastico distinto da quello di Capracotta: apparteneva alla Prepositura Cassinese di San Pietro Avellana mentre la nostra cittadina rientrava nel dominio feudale della famiglia franco- longobarda dei Borrello. Perciò, l’estensione automatica del culto in paese non è scontata.
La statua della Martire siracusana era inizialmente venerata nella chiesa di sant’Antonio, costruita tra la fine del Quattrocento e gli inizi del Cinquecento al di fuori delle antiche mura cittadine per l’aumento della popolazione causata dalle benefiche ricadute economiche della transumanza. Probabilmente, il culto per santa Lucia, insieme a quello per san Sebastiano, è la testimonianza di una delle forme più antiche di religiosità cittadina, legata ai santi della tradizione cattolica dei primi secoli dell’era volgare, prima cioè dell’arrivo nelle nostre contrade dei dettami della Controriforma con il loro vasto corredo di santi e liturgie ortodossi, ben evidenti nell’architettura e nella società capracottese a partire dal primo ventennio del Seicento in poi.
L’attuale cappella situata alle falde del Monte Campo risale, invece, al 1948. In quell’anno, la Santa apparve in sogno a un nostro compaesano manifestando il desiderio di volere una dimora alle pendici di quel monte nel luogo esatto dove, scavando, avrebbe trovato una sorgente d’acqua, l’attuale pilone. La notizia si diffuse rapidamente per il paese. Così, alcuni nostri concittadini si recarono sul posto indicato e si iniziarono a picconare il terreno finché videro zampillare sotto i loro occhi l’annunciata fonte d’acqua. Lì vicino, fu costruito l’edificio sacro grazie a una raccolta di fondi tra la popolazione. All’interno, fu posizionata una statua della Vergine siracusana nuova di zecca. Quella vecchia è ancora al suo posto: in una nicchia della navata sinistra della chiesa di sant’Antonio. Infine, a Capracotta, si venera un’altra immagine sacra di santa Lucia: una stampa incorniciata appoggiata sulla parete sinistra della Cappella della Visitazione all’interno della Chiesa Madre.
La Chiesa cattolica celebra il culto di santa Lucia nel giorno del suo martirio, il 13 dicembre. A Capracotta, invece, negli ultimi anni la festa in suo onore si svolge nell’ultima domenica del mese di agosto. Nell’estate dell’anno 2013, è nata nella nostra cittadina un’associazione dedicata alla martire siciliana. Questo sodalizio capracottese ha attivato una proficua collaborazione con la “Deputazione Cappella Santa Lucia” di Siracusa che ha prodotto l’arrivo delle reliquie della Santa a Capracotta nel 2015 e, nell’anno successivo, la partecipazione di una folta delegazione di fedeli capracottesi alla grande festa che si celebra nella città siciliana.
Nel 2017, il nostro compaesano Silvio Trotta ha scritto e musicato, sulla base di un’idea di un altro nostro compaesano Antonio Venditti, il seguente brano dedicato alla devozione popolare del popolo capracottese per santa Lucia che vi proponiamo inviando i nostri auguri a tutti coloro che oggi festeggiano l’onomastico.