Come ho ricordato in diverse occasioni, mi sono illuso che la grave malattia neurodegenerativa di mia moglie Anna non arrivasse fino al punto da impedirle qualsiasi capacità di movimento autonomo e, ancor più, ogni possibilità di eloquio; eppure, da medico ospedaliero, non mi erano sfuggiti i primi, inequivocabili segni della sua patologia che lasciavano presagire […]